venerdì 2 dicembre 2016

[CUCKOLD] - Inaspettato campeggio

Io e mia moglie siamo una coppia che potrebbe definirsi felice e affiatata. Siamo sposati da solo 2 anni ma stiamo insieme ben 6. Lei è una bellissima 35enne, mora, con fisico slanciato, un seno non troppo grande, bello sodo, ma soprattutto un culo da favola. Il suo viso non rispecchia forse i piu' classici canoni di bellezza ma è molto affascinante e, quando vuole, estremamente malizioso e seducente.
Il sesso tra di noi è sempre stato piu' che soddisfacente ma, devo confessare, mai veramente esplosivo. Lei è di educazione "classica" e molto riservata. Ha difficoltà a lasciarsi andare
completamente, forse anche a causa mia che non risco a trovare i modi giusti. Solo in alcuni rari casi di passione travolgente ho potuto intravedere il suo vero "potenziale".

Nella vita quotidiana ci piace molto andare a cena fuori, mangiare bene, o coccolarci in casa. Non siamo grandi viaggiatori ma l'estate scorsa, decidemmo di fare una cosa che non facevamo da molto tempo, andare in campeggio! Scegliemmo una graziosa località balneare dell'adriatico, il classico camping super attrezzato, animazione inclusa.

L'arrivo tutta via non fu proprio bene augurante: proprio alla sbarra di ingresso fummo tamponati dalla macchina che ci precedeva, nulla di che per carità solo una piccola botta a velocità ridotta.
Cio' non mi impedì di scendere con fare agguerrito ma, davanti al ragazzone che scendeva a sua volta dall'altra vettura, ebbi un attimo di esitazione. Sarà stato alto almeno un metro e novanta, ben piazzato e muscoloso, abbronzato e con la faccia del belloccio, solo piu' tardi avremmo scoperto che si chiamava Davide ed era il capo animatore del villaggio. Il mio fervore si affievolì subito e, controllando il retro della mia auto dissi:
-Beh, per fortuna non è successo nulla, solo un graffio...
-Buon per te - rispose ridendo - in ogni caso ti saresti attaccato dal momento che non sono assicurato!
Bello stronzo dissi sottovoce a mia moglie che nel frattempo mi aveva affiancato. Solo in quel momento ricordai che, impaziente di farsi un bagno dopo il lungo viaggio, aveva già indossato il bikini ed era scesa cosi dall'auto, a coprirsi solo un pareo semitrasparente. Praticamente mezza nuda in mezzo alla strada.
Ovviamente questo non sfuggi allo stronzo che risalendo in macchina disse:
-Beh ti saluto. Mi dispiace per la botta - e poi sottovoce, ma non abbastanza da non farsi sentire - A tua moglie pero' una botta la darei volentieri.
-Che fai lo lascia andare via cosi quello stronzo? - mi disse incazzata mia moglie.
Esitati quanto basta per farlo rilasire in macchina, senza dire nulla.
-Se lo incontro di nuovo gliene dico io quattro. - concluse lei.

Il resto della mattinata prosegui' senza altri incidenti. Ci rilassavamo in spiaggia, facendo il bagno e prendendo il sole. Verso l'ora di pranzo incontrammo nuovamente Davide, questa volta era in costume e faceva il giro degli ombrelloni invitando le persone all'aperitivo del pomeriggio al bar del camping.
-Ecco la tua occasione - dissi a mia moglie con fare scherzoso - vai a dirgliene quattro! -
Ma lei non rispose, lo stava fissando in modo strano, poi arrossi' e girandosi verso di me disse:
- Ma no, lasciamo stare -
Davide ci raggiunse:
-Chi si rivede! E' un piacere rincontrarvi in circostanze diverse!
-Non per me - dissi io.
-Dai non fare il sostenuto, mi dispiace per quanto successo oggi. Anche se mi consideri un po' stronzo lascia che mi faccia perdonare invitandovi all'aperitivo al locale del campeggio -
-Non saprei - dissi - avevamo altri programmi.. -
-Ma si dai andiamo - intervenne mia moglie - tanto non mi andava di prendere la macchina e andare fuori stasera, rimaniamo qui -
- Perfetto - concluse Davide - ci vediamo dopo! -

Sul tardo pomeriggio ci presentammo al locale del campeggio. Era un posto carino e accogliente, una via di mezzo tra un ristorante e un pub. Appena entrati fummo intercettati da Davide che ci invito' ad unirci al suo tavolo.
Non capivo se era cosi "pressante" solo con noi o tutta questa gentilezza rientrava nel suo ruolo di animatore. Ad ogni modo ci sedemmo su di un tavolo in fondo alla sala, sulla panca a ridosso della parete e, non so come, Davide fini'
accanto a mia moglie, io seduto di fronte.

Tra un cocktail e qualche stuzzichino il pomeriggio divenne sera. Come aperitivo era piuttosto rinforzato e, non avendo molto appetito, decidemmo di rimanere per la serata a bere ancora qualcosa.
Ad un certo punto andai al bagno, tappa obbligata dopo aver bevuto tanto, ed al mio ritorno mia moglie mi invito' ad uscire per fumare una sigaretta.

- Amore- mi disse mia moglie appena usciti - mentre eri via quel porco di Davide ha iniziato provarci spudoratamente con me sai? Ha perfino tentato di accarezzarmi le gambe sotto il tavolo -
- E tu cosa hai fatto? - dissi io
- Che vuoi che abbia fatto! - disse lei incazzata - Lo ho respinto e gli ho fatto fare la figura dell'idiota, cosa pensavi? -
- No, nulla. E' solo che oggi in spiaggia ho visto come lo guardavi -
- Ma sei scemo amore? Lo sai che amo solo te, uno stronzo cosi non mi dice proprio nulla! - disse lei, ma poi aggiunse: - Certo pero' che è un gran fico! -
- Amore!!! - esclamai
- Ahahaha, schezavo scemo! - disse lei dandomi un bacio sulla guancia
- Non ne sono cosi sicuro - aggiunsi
- Dai rientriamo - concluse lei sorridendomi e prendendomi per mano

Al rientro nel locale riprendemmo i nostri posti, ma stavolta eravamo soli al tavolo. Gli altri, con cui avevamo scambiato due chiacchere nel pomeriggio, avevano cominciato ad andarsene, si stava facendo tardi.
Finalmente, pensai, era da stamattina che volevo stare un poco da solo con la mia lei. Il momento tuttavia non duro' a lungo. Il solito Davide ci raggiunse nuovamente, sedendosi, guarda caso, attaccato a mia moglie. Cominciava davvero a stancarmi sto tipo.
- Scusatemi - esordì - mi ero alzato a salutare gli altri, il locale si sta svuotando, ma noi ci facciamo un ultimo giro vero? Offro io! -
Non trovammo nulla da eccepire.

Avendo modo di chiaccherare ancora potei consolidare la mia opinione su di lui: era proprio uno Stronzo! Arrogante, pieno di sè ed a volte anche divertente. Proprio il classico animatore rimorchia turiste. Non mi ricordo nemmeno come,
ad un certo punto finimmo a parlare di sesso. Davide, come era prevedibile, si vantava delle sue conquiste e delle sue arti amatorie ma, soprattutto, sosteneva di essere superdotato e che la cosa che faceva piu' impazzire le sue amanti
era la larghezza del suo cazzo, tanto, diceva, che quasi nessuna riusciva a toccarsi le dita quando lo afferrava.
- Esagerato! - dissi io - Ce l'avrai pure grosso ma secondo me ora stai facendo lo sbruffone - aggiunsi ridendo.
- Vogliamo scommettere? - disse lui, facendosi serio e fissandomi.
- Scommettere cosa? -
- Che tua moglie non riesce a circondare il mio cazzo con le dita afferandolo! -
- Seeee - dissi io ridendo - ti piacerebbe! E in ogni caso io cosa ci guadagnerei? -
- Facciamo cosi - disse Davide - Se vinci tu, ti pago per intero un nuovo paraurti della macchina, anche se è solo graffiato -
- E se vinci tu - dissi io
- Beh, nulla! Se vinco io mi baseterà la soddisfazione di vedere la tua faccia mentre la tua bella moglie mi tiene il cazzo in mano. Tutto qui, a meno che lei a quel punto lei non voglia di piu'... -
Non mi resi subito conto che, in questo modo, lui avrebbe vinto comunque, cosi dissi:
- Beh mi sembra onesto, ci sto! -
Era una cosa folle lo so, ma l'alcool sicuramente aveva dato il suo contributo.
A quel punto tuttavia intervenne mia moglie:
- Amore ma sei scemo? E poi non ti degni nemmeno di chiedere la mia opinione? E se io non volessi? L'hai detta proprio grossa! -
- Hai ragione amore, scusami, non so cosa mi è preso - tentati di giustificarmi.
- Scusami un cazzo - intervenne lei - Sai, forse la cosa migliore che posso fare per farti capire quanto sei stato stronzo è proprio accettare -
- Ma no, dai amore era solo un gioco - dissi tentando di salvare la situazione.
- Troppo tardi caro - taglio' corto lei - Su, vediamo se abbiamo vinto un paraurti nuovo - disse sorridendo rivolgendosi a Davide, che non aspettava altro.
- Accontentiamo la signora - risposte lui - Ma cerchiamo di non farci notare, c'è ancora un po' di gente nel locale. - E cosi dicendo, da sotto il tavolo, apri la zip e tiro' fuori il suo bestione.
Era veramente grosso, ma non tanto quanto lui lo aveva decantato, almeno a prima vista.
Lentamente, e guardandomi con aria di sfida, mi moglie allungo' la mano e lo prese.
- Abbiamo vinto! - esclamo subito trionfante
- Eh no bella - la interruppe Davide - Tienilo in mano ancora qualche istante, vedrai quando sarà in tiro -
Peplessa e interdetta mia moglie rimase immobile. Poi come forse per un riflesso condizionato, mosse lentamente la mano verso la base del pene, come a scoprirlo. Davide non aveva bisogno di incentivi ma sicuramente gradi' molto.
Ci volle ancora qualche istante e perdemmo la scommessa. Quello che era un cazzo di ben oltre 20 cm e largo come una lattina svettava oltre il bordo del tavolo nella penombra del locale. E mia moglie lo teneva saldamente in mano.
- Ecco! - esclamo' Davide, e poi rivolgendosi a me
- L'espressione che hai ora è esattamente quella che volevo vedere! -
Segui' un lungo silenzio. Ero imbarazzato e non sapevo cosa dire. Guardai mi moglie che sembrava quasi ipnotizzata da quel bestione e non sembrava volerlo mollare. Davide infine ruppe il silenzio.
- Amico, credo che a tua moglie piaccia prorio il mio cazzo, lo sento da quanto è bagnata! - disse ridendo.
- Bagnata? - esclamai io - Che cazzo stai dicendo? -
- Eh si, dal momento che le me lo tiene in mano, sto ricambiando il favore, guarda sotto il tavolo! -
Mi basto un momento per avere conferma. Sotto il tavolo mia moglie aveva allargato le gambe, quanto basta perchè la mano del porco raggiungesse le sue intimità.
- Amore! - dissi a quel punto, quasi con sofferenza - Ma che stai facendo? -
Lei alzo gli occhi e mi fisso', ma non rispose. Era rossa in viso, come imbarazzata. Poi notai che la sua mano non era piu'ferma: lo stava segando!
- Fermati amore ti prego - dissi con un filo di esasperazione
- Fermarmi io? - disse lei con la voce quasi rotta - Tu te ne stai li senza reagire ed io dovrei fermarmi? Dovrei continuare invece, voglio proprio vedere cosi ci vuole prima che tu alzi un dito! -

E cosi dicendo si piego' sul cazzone di Davide, cominciando prima a leccarlo, dalla base fino alla cappella. Infine lo prese in bocca e comincio' a pomparlo.
Non credevo ai miei occhi. Mia moglie stava spompinando lo stronzo che mi aveva anche tamponato, ed in un locale pubblico per di piu'!
A quel punto Davide disse con fare sprezzante, guardandomi negli occhi:

-Dai guarda bene. chi è lo stronzo adesso? La tua mogliettina mi sta facendo un pompino, sai questo che significa? Che sei cornuto! -
-Beh non dici nulla? - continuo' - Ti fa rosicare vero che la persona che piu' ti sta sul cazzo si stia godendo le labbra di tua moglie davanti a te? -
-Non trattarlo cosi pero' - ebbe la forza di dire mia moglie sollevandosi un attimo.
-Guarda tu stessa, penso che gli piaccia! Che sfigato! -
Mia moglie si giro' verso di me, guardandomi con curiosità. Vidi lo stupore nei suoi occhi quando, sporgendosi sotto il tavolo, noto' l'erezione nei miei pantaloni. Per un momento sembro' interdetta
poi mi lanciò uno sguardo tra il malizioso e l'incazzato
-Sembra che non ti dispiaccia davvero amore! Se fossi stato piu' uomo a quest'ora avresti già reagito - disse, e poi cercando palesemente di farmi scattare aggiunse - Dai amore, non è possibile che ti piaccia, vuoi davvero vedermi leccare questo grosso cazzo? Tu che eri cosi geloso. Guardami adesso amore, adesso che ti sto facendo cornuto - e cosi dicendo sollevo' la mano su cui portava la fede e mi fece il gesto delle corna, riprendendo a succhiare.
Sobbalzai sulla sedia, avevo accusato il colpo. Questo sembro' quasi eccitarla di piu' e cogliendo la palla al balzo comincio a segare piu' forte quel cazzone e, di nuovo fissandomi continuo':
- Si, si, ti faccio cornuto amore. Guarda che bel cazzone, è il doppio del tuo! Pensa se lo faccio sborrare nella mia bocca -
- Che ti avevo detto amico - intervenne Davide - alle donne piace grosso, e tuo moglie è proprio una troia -
- Si - rincaro' lei la dose - è proprio grosso, grosso.... -
Non sembrava piu' lei
- Sei un toro Davide - continuo' - Uno toro, e guarda che pallone amore, anche queste sono il doppio delle tue - disse cominciando a massaggiargliele.
A quel punto ero totalmente impietrito. Solo con un filo di voce riuscii a dire:
- Amore, non farlo venire in bocca, ti prego...-
Nonostante avesse la bocca piena di quel cazzone, mi parve di notare una sorta di sorriso distorto sulle sue labbra.
- Oh si, sto per venire - disse Davide a quel punto - Tua moglie succhia da dio! -
Ancora qualche affondo e lo vidi bloccarsi, la bocca lievemente aperta, lo sguardo nel vuoto. Stava sborrando, e mia moglie continuava a pompare.
Lo stronzo aveva riversato il suo seme nella bocca della donna che amavo.
Finalmente lei alzo' la testa, non aveva ingoiato almeno, ma una densa crema bianca le scivolava dalle labbra socchiuse, qualche goccia le cadde sul seno e poi piu' giu' a sporcare il vestito.
Come tornando bruscamente alla realtà, prese un fazzoletto e si puli' velocemente, senza troppa cura, e disse, rossa in viso:
- Andiamocene amore, ho bisogno di aria -
Furono istanti surreali, si alzo' e maldestramente passo' davanti a Davide, che aveva ancora il cazzo gocciolante fuori dai pantaloni e sembrava aver perso per il momento la parola. Si diresse spedita verso l'uscita mentre io, imbambolato rimanevo seduto a bocca aperta. Quando filamente ripresi un minimo di controllo mi alzai e rapidamento la seguii fuori dal locale.
La vacanza era cominciata nel piu' inaspettato dei modi.

[INCESTO - TETTONA] Una Storia Rustica

Capitolo 1

Giovanni aveva appena compiuto 70 anni. Viveva in una cascina di campagna ristrutturata da cima a fondo con le proprie mani di cui andava molto orgoglioso. Solo, da quando aveva perso la moglie quasi nove anni prima, passava le giornate dedicandosi alla campagna e ai lavoretti in legno.
In paese lo conoscevano come uomo schivo e anche un po' pericoloso infatti non esitava ad accogliere col fucile alla mano i visitatori indesiderati. “Non ti avvicinare a quella cascina altrimenti quel vecchio pazzo esce e ti spara” dicevano le madri ai figli e non era neanche l'unico problema. Qualche tempo prima una ragazza di nome Nunzia, brava giovane ventenne ancora illibata e ingenua si era avventurata nelle terre del vecchio Giovanni e aveva cominciato a cogliere frutta fresca dai suoi alberi.
La ragazza non era certo ignara che non fossero di sua proprietà ma attratta da quei bei fiori non aveva esitato a coglierne un cestino.
Stava quasi per andarsene quando era apparso il vecchio Giovanni tutto arrabbiato e col fucile alla mano. Lei si era pietrificata temendo davvero che lo volesse usare su di lei. Invece l'uomo aveva altre intenzione. Aveva messo a terra l'arma e le si era avvicinato “Ma tu lo sai che mi stai fregando la frutta?”.
“Signor Giovanni ma ne ha così tanta e lei nemmeno la mangia. Come fa a mangiarla tutta? Mica andrà in rovina per quattro frutti”.
“Io la vendo la frutta giovane stupida insolente. La vendo per guadagno e tu col tuo furto mi stai togliendo dei soldi” aveva fatto un altro passo avanti sempre più minaccioso.
“Ma via per un cesto? Quanto varrà un cesto così?”.
“Per me vale tanto visto che è roba mia”.
Temendo che davvero quel vecchio burbero volesse farle del male Nunzia aveva provato la via della mediazione “Senta, le chiedo scusa, vado a casa e le prendo i soldi. Gliela pago va bene?”.
“Si ma me la paghi adesso” era scattato il vecchio con gli occhi iniettati di rabbia. Prima che la ragazza avesse modo di replicare si era aperto la patta dei pantaloni e, sorpresa, ne era sgusciata fuori una mazza di carne dura e venosa che pareva quella di un toro.
La ragazza aveva sbattuto gli occhi spaventata quanto incredula. Mai prima di allora aveva visto un cazzo così lungo su un uomo.
“Forza pagami troietta! Pagami in natura” era scattato lui tendendo il cazzo verso la ragazza.
“Oddio!” era impallidita lei mentre lui le strofinava addosso quell'uccello rovente.
“Forza apri la bocca che ti faccio assaggiare io un frutto buono” aveva detto mentre puntava dritto alle sue labbra con quella cappella gonfia.
Per fortuna, di lei, Giovanni non era più un giovincello e la ragazza era riuscita a chinarsi veloce e a scattare via prima che la prendesse.
Lui in piena erezione, con quel bastone duro che gli ciondolava sul petto non aveva nemmeno tentato di inseguirla.
Sopraffatto dai sensi si era masturbato scaricando la tensione mentre immaginava di infilarlo fra le grosse tette gonfie della ragazza. Una eiaculazione liberatoria memore del sesso che aveva fatto per anni sia con la povera moglie sia fuori casa. Sessualmente molto attivo e dotato di quel cazzo da esposizione Giovanni non se ne era fatta sfuggire una e quando aveva infine scelto la donna giusta come compagna di vita una donna ben tettuta e calda che non gli aveva mai lesinato il sesso in ogni sua forma lui non era comunque riuscito ad accontentarsi di quel rapporto monogamo continuando a scoparsi tutte quelle che poteva.
Poi era diventato vecchio, la moglie era morta e lui sopraffatto dal dolore e solo come un cane aveva piano piano smesso anche solo di pensare a quanto il sesso avesse contato nella sua vita.
Dopo sei anni senza infilarlo in una fica, la sola provocazione delle tette gonfie di Nunzia lo aveva rimandato indietro facendolo sentire ancora giovane,,, almeno per qualche minuto.
La cosa però lo aveva isolato ancora di più perchè appena la ragazza aveva raccontato quanto fosse accaduto oltre alla nomea di vecchio bisbetico si era fatto anche quella di maniaco.
Se già prima vedeva di rado persone dell'altro sesso ora non ne sentiva nemmeno più l'odore. L'unico suo legame con la civiltà era il suo amico Rocco che una volta a settimana col suo furgoncino rosso andava da lui gli consegnava la roba che gli serviva e prelevava i prodotti della terra per venderli al mercato in sua vece.
Solo e vecchio Giovanni si era ormai rassegnato ad attendere la fine imminente.

Capitolo II 

Fu quindi una sorpresa quando ricevette la strana telefonata dalla nuora Ornella. Anche lei stava passando momenti difficili. Infatti, come era stato per la madre, anche il suo amato figlio Domenico era morto di una grave malattia lasciando la donna sola ad accudire il giovane figlio Matteo.
La famiglia di Giovanni aveva di certo una gran sfortuna. Prima la moglie, poi il figlio... La vita non era mai stata generosa con loro.
Forse più occupato a pensare alle proprie disgrazie di vedovo Giovanni non si era mai curato troppo della sorte della nuora. Sapeva di avere questo nipote, il figlio di suo figlio, ma non l'aveva mai davvero conosciuto. La mancanza di suo figlio aveva come rotto il loro rapporto familiare e mentre Giovanni si curava solo della lenta morte della moglie Ornella si cresceva il figlio da sola.
Stupefacente quindi era quasi dir poco. Una donna che non vedeva e non sentiva dalla morte di suo figlio ora si faceva viva e gli chiedeva di andare a vivere da lui.
“Ma per quanto tempo?” chiese Giovanni.
“Il meno possibile papà” disse la donna che chiamandolo così sperava di risvegliare in lui l'antico legame che di fatto li aveva legati come unica famiglia.
“Io ragazza non so se potrei... Io sono vecchio, solo e malato. Non posso prendermi cura di voi. Non posso”.
“Papà senti la situazione è davvero grave. Dopo la morte di Domenico voi non mi avete mai cercata e io mai vi ho chiesto nulla. Tua moglie non ha mai visto di buon occhio il nostro matrimonio e io ne ero più che conscia. Ho fatto tutto da sola. Ho fatto da madre, da padre a tuo nipote...”.
“Non vi ho mica detto io di fare un figlio” scattò lui.
“E io non avevo mica previsto che due anni dopo il parto tuo figlio sarebbe morto lasciandomi sola”.
“Nessuno poteva saperlo” ammise mesto Giovanni con la morte nel cuore al solo ricordo del figlio perduto.
“Ora però questo ragazzo ha quasi diciannove anni. Non ha mai conosciuto suo nonno... E' un bravo ragazzo, educato, studioso.... Sono certa che ti piacerebbe”.
“Se lo dici tu....” mormorò lui poco convinto.
Ornella decise di essere sincera e gli confessò tutto “Ho perso il lavoro. L'ufficio dove lavoravo ha chiuso. Ho pochi soldi e non posso più permettermi di mantenere mio figlio. Lo so che non ci siamo mai piaciuti molto Giovanni ma tu sei l'unico parente che ci resta e io ho bisogno di mettere un tetto sulla testa a mio figlio”.
“E' questa la situazione?” chiese il vecchio.
“Si è questa”.
Ci pensò su un paio di minuti buoni e poi le disse “Va bene. Potete venire quando vi pare. La casa è molto grande e non ci saranno problemi di spazio”.
E così ecco che un paio di giorni dopo una scassatissima Punto nera arrancava faticosamente lungo la strada sterrata che portava alla cascina di Giovanni. A bordo Ornella, una bella donna quarantenne d'aspetto molto giovanile e il figlio ventenne Matteo un ragazzo, a detta di molti, grazioso quanto la madre.
Appena li vide scendere dall'auto Giovanni sentì chiaramente che da quel giorno la sua vita non sarebbe stata più la stessa.
Da un punto di vista emotivo era contento di godere finalmente dell'affetto di un nipote e di una nuora, tanto più che gli acciacchi della vecchiaia si facevano sentire e all'atto pratico avere in casa una donna che cucinasse e pulisse avrebbe di certo migliorato la situazione. Dall'altra parte ormai amava la sua solitudine e si chiedeva come avrebbe potuto sopportare la convivenza con un giovane ventenne carico di energia e la cosa lo preoccupava non poco.
Ma c'era una cosa che assolutamente non aveva pensato e che capì solo quando vide Ornella scendere dall'auto con un corto vestitino color pesca. La donna era davvero bella. Anzi forse bella era dir poco era decisamente sexy. Un seno gonfio e florido, forse una quinta.... Formosa con bei fianchi modellati, lunghe gambe.... bellissime.
Il vestito era così corto che ne vedeva una bella porzione e quelle cosce ben tornite gli richiamarono alla mente la sua amata moglie...
A forza di guardarla attraverso la finestra si rese conto che il suo anguillone si stava muovendo. Stava avendo un erezione era chiaro.
Faticando a nasconderla sotto ai pantaloni andò ad accogliere nipote e nuora e fu davvero freddo. Circostanza avrebbe voluto che li abbracciasse con affetto e chiacchierasse un po' con loro ma aveva una dannata paura che il suo uccello gonfio si strusciasse sulla nuora o peggio sul nipote così lesto li fece entrare in casa “Le vostre camere sono di sopra, cambiatevi e ci vediamo fra un ora per il pranzo. Il bagno è in fondo al corridoio” detto ciò uscì di casa, arrivò con grandi falcate al capanno degli attrezzi, sprangò la porta col lucchetto e certo che i due non potessero vederlo se lo tirò fuori dai pantaloni.
Era durissimo, fremeva, la cappella quasi gli bruciava per il desiderio.
Si afferrò con la mano quel lunghissimo uccello e senza freni si masturbò a tutta forza.... pensando ad Ornella.

Capitolo III

 
Ornella e Matteo decisero che visto il caldo bisognava darsi una bella rinfrescata e così il ragazzo andò in bagno e denudatosi si fece una bella doccia fresca.
Non trovando accappatoi prese l'unico asciugamani che c'era in bagno e se lo legò in vita quindi andò in camera della madre.
Entrò “Mamma hai già tirato fuori i jeans puliti dalla valigia”.
“Si eccoli” disse lei.
Lui si sfilò dalla vita l'asciugamani e il suo lungo uccello si spalancò in tutta la sua potenza agli occhi della madre. Non era duro, anzi il contrario ma nonostante ciò Matteo aveva comunque un uccello che molti attori di film porno gli avrebbero invidiato. Ornella spesso si sforzava di non fissarlo perchè quella mazza era davvero una meraviglia della natura che anche “a riposo” gli sbatteva allegramente sul ginocchio.
Spesso Ornella si era domandata se il ragazzo fosse consapevole di avere un cazzo tre volte lungo quello di un uomo normale ma non aveva mai trovato la forza di toccare l'argomento col figlio. Lui come sempre faceva si spogliava tranquillamente davanti a lei e non pareva provare alcun imbarazzo a tabù.
Era un ragazzo semplice, e Ornella era certa fosse ancora vergine e probabilmente non si era ancora reso conto delle dimensioni generose di tanto uccello. Forse per lui era del tutto naturale e lei non aveva mai nemmeno osato parlare di quel “problema”. Spesso però si era chiesta se da buona madre sarebbe stato doveroso parlare col ragazzo, prepararlo in tal senso ma lei povera Ornella era così pudica che davvero non riusciva a dirgli “dobbiamo parlare del tuo cazzo o pisello o pene o comunque lo si voglia chiamare” Non ci riusciva e sentiva tutta la colpa di non aver a sufficienza preparato il figlio alla vita domandandosi con paura cosa sarebbe successo quando il giovane ragazzo avesse mostrato quel lungo e inesperto arnese ad una donna.
Tutto ciò che poteva fare era proteggerlo come aveva già fatto in mille altre occasioni. “E quando sarà il momento speriamo lo faccia con una donna che faccia l'amore con lui senza farlo sentire un mostro”.
Ornella in questo senso aveva avuto una grossa esperienza personale proprio col padre del ragazzo. Anche lui aveva una di quelle mazze fuori scala che aveva poi lasciato come eredità genetica al ragazzo. La prima volta era stato un disastro. Quando il marito l'aveva penetrata le era sembrato che stesse per uscirle dalla bocca e il dolore mentre la sua vulva si fratturava incontenibile... da svenire. Certo dopo poco tutto il dolore era diventato piacere un piacere moltiplicato per dieci proprio da quelle dimensioni animalesche ma all'inizio era stata davvero dura non aver paura di quella cosa che non sembrava nemmeno naturale.
Così si chiedeva che sarebbe successo se l'amato figlio avesse avuto il suo primo rapporto con una giovinetta inesperta che invece di rendere la sua prima volta come il momento più bello e sublime di una coppia lo avrebbe trasformato in una umiliante e traumatica esperienza. “Povero ragazzo mio -mormorò tra sè- tanti piangono perchè hanno il pene piccolo e tu invece avrai problemi perchè lo hai troppo lungo. Molti maschi ti invidierebbero e quando sarai esperto le donne avranno di che bearsene ma all'inizio ti sarà molto dura non farti prendere per un mostro”.
Forse era proprio per questo che aveva fatto di tutto per educare il ragazzo alla castità assoluta evitandogli brutte compagnie o peggio
Di certo lei stessa si era quasi trasformata in donna asessuata coscia di dover proteggere il frutto del suo ventre. Aveva rinunciato ad ogni piacere della carne per il bene del figlio e mai sarebbe venuta meno al suo impegno.

Solo che..... ogni tanto..... quando era sola a letto..... in quelle notti buie e tristi..... ripensava al suo amato marito..... ne sentiva la mancanza affettiva..... ne sentiva la mancanza fisica......
E senza freni si masturbava furiosamente con le dita fino a venire come una cascata che si infrange sulle rocce placata la voglia se ne vergognava profondamente. Che mai avrebbe pensato suo figlio sapendo che sua madre si masturbava?
Eppure, ogni tanto, la pulsione era troppo forte e non riusciva a resistere...
Non ci riusciva davvero.

Capitolo IV

In pochi giorni Giovanni si adattò alla nuova convivenza. Avere Ornella ed il nipote per casa era un vero sollievo. Il ragazzo, senza problemi, si era mostrato molto volenteroso, disposto ad aiutarlo nei lavori manuali di campagna senza farsi problemi anche quando si trattava di faticare parecchio. Certo non aveva esperienza ma ascoltava diligente il vecchio ansioso di imparare e di fare bene. Più Giovanni lo guardava e più vedeva in lui il figlio morto, abile, capace, forte. Fiero di lui cominciò anche a domandarsi se avesse ereditato lo “scettro” di famiglia... Un modo allegorico per sottolineare che avevano tutti cazzi da cavallo.
Così un giorno con la scusa che doveva urinare chiamò il nipote “Matteo falla anche tu che poi dopo andiamo nei campi. Svuotati adesso così dopo non dobbiamo fermarci”. Al ragazzo la cosa parve un po' paradossale ma non aveva mai contraddetto il nonno fino a quel momento e non intendeva certo iniziare adesso così un po' titubante si avvicinò al nonno e si aprì i pantaloni.
Il vecchio se ne stava lì col suo serpente di carne in mano tutto tronfio e cosciente della sua superiorità a fissarlo. Matteo, tranquillo come nulla fosse fissò il pisellone del nonno senza mostrare alcuna emozione quindi estrasse il suo morbido e floscio e sparò fuori qualche goccia di pipì.
Giovanni lo osservò con grande attenzione e comprese due cose: la prima era che il cazzo del nipote già da molle era una vera trave e che probabilmente da duro diventava anche più lungo del suo, la seconda era che il ragazzo non provava alcuna malizia o impulso fisico. Davvero un ragazzo semplice e ingenuo.
“E forse è venuta l'ora di crescere” mormorò tra se.

Poi c'era Ornella, la splendida e giunonica Ornella con due seni che qualsiasi cosa indossasse erano sempre lì grossi, gonfi e provocanti. Giovanni non poteva fare a meno di guardarli, spesso temeva che la donna se ne accorgesse sentendosi i suoi occhi eccitati addosso e così distoglieva lo sguardo.
Ornella invece era tutta tranquilla. Per lei il nonno era solo la persona che la aveva aiutata a togliersi dalla grossa crisi in cui era piombata. Un uomo a cui dire solo GRAZIE! e di cui aveva gran stima e rispetto. Conscia del suo grosso seno di certo non poteva immaginare cosa passasse in testa a quel vecchio arrapato.
Così per l'ingenua donna era del tutto normale prendere il sole in costume da bagno. Uno intero, nero, molto casto ma che non poteva fare a meno di aderire al suo corpo strizzando quelle grosse poppe che parevano sul punto di esplodere.
E il vecchio la vedeva...
La vedeva e si eccitava....
Dopo meno di una settimana dall'arrivo di Ornella, Giovanni valutò che era tornato a masturbarsi quasi due volte al giorno. Una cosa che non gli capitava da anni e che nonostante tutto non riusciva mai a spegnergli quel fuoco che aveva dentro.
E poi c'erano quegli abitini a fiori. Troppo corti per nascondere le belle gambe di Ornella, troppo scollati per trattenere quel seno immenso. “Possibile -si chiedeva il vecchio- che qualsiasi cosa faccia o indossi riesce ad essere sempre così provocante.
Una sera prese il toro per le orna e mentre cenavano lasciò che gli cadesse a terra la forchetta. “Te la prendo io nonno” disse Matteo ma lui lesto lo bloccò d'autorità tendendo un braccio “Faccio da solo”.
Piano piano chinò la schiena fino a terra e appena sotto al tavolo puntò gli occhi verso Ornella, verso le sue gambe, verso il solco sottile che appariva sotto alla gonna.
Mutandine nere, molto sottili, molto velate che non riuscivano a contenere quel cespuglio nero di peli che sbordava ai lati. Una gatta pelosa e forse in calore. Bellissima, fantastica.... Da farglielo venir duro in un lampo.
Tornò su a tavola come nulla fosse prima che Ornella si rendesse conto che stava adorando in segreto la sua passerona.
“Tutto bene nonno?” chiese Matteo.
“Tutto perfetto” annuì lui con un sorriso.
La cena si concluse normalmente ma quando finì, stranamente Giovanni stranamente non si alzò dal tavolo. Sotto aveva il cazzo completamente in tiro ed era certo che si sarebbe visto. “Papà-chiese Ornella- stai poco bene?”.
“No tranquilla è tutto a posto. Voglio solo starmene un po' qui tranquillo a pensare. Tranquilla va tutto bene”.
“Allora se per te non fa nulla noi andiamo in salotto a guardare la televisione”.
“Ecco bravi ragazzi, andate, andate pure”.
“Sicuro nonno che non ti serve nulla?” insistette ancora premuroso Matteo.
“Sicurissimo” annuì lui sforzandosi di sorridere.
Finalmente fu solo ed era tanto il fuoco che si ritrovò col cazzo in mano in un sol colpo a segarsi a tutta velocità. Fremente, in calore, assatanato voglioso di fica.
Ormai ci stava pensando da troppo tempo e non poteva farci nulla. La questione doveva essere risolta alla fonte. Doveva scoparsi la nuora.
Ormai aveva deciso, doveva solo farlo nel modo giusto...

Capitolo V

 Il primo tentativo lo fece quella stessa sera. Si era sdraiato sul letto, in vestaglia e aspettava paziente che nuora e nipote andassero a letto.
Quando lei passò davanti alla stanza la chiamò “Ornella posso chiederti un grande favore...”. Lei tutta gaia annuì “Papà ma certo di cosa hai bisogno”.
“Chiudi la porta per favore è una cosa un po' delicata” in realtà non voleva che il nipote si impicciasse ed infatti era conscio di doverla tirare un po' per le lunghe finchè il ragazzo non avesse preso sonno.
Lei comunque chiuse la porta senza fare obiezioni. Giovanni le mostrò un tubetto di crema. “Questa me l'ha data il dottore è una crema fatta apposta per le mie vecchie vene stanche”.
“Non esagerare papà a noi sembri un ragazzino salti nei campi da mattina a sera” provò a buttarla sul ridere lei.
“E invece sono uno straccio. Ho le vene delle gambe a pezzi, la schiena rotta, e un polmone che quasi non funziona più. Tu mi vedi così tutto d'un pezzo ma in realtà la mina della matita è quasi finita capisci”.
D'istinto, vedendolo così affranto, Ornella gli fece una amorevole carezza sulla testa. Nello sporgersi il seno era a pochi centimetri dal naso del vecchio che per poco non fu tentato di aprire la bocca e afferrargli un capezzolo coi denti e morderglielo arrapato. Resistette solo perchè era conscio che una donna per bene come Ornella gli avrebbe di certo mollato un ceffone per poi fuggire. Non era un dilettante, sapeva bene che quel tipo di donna andava sedotta nella maniera adeguata...
“Insomma dovrei spalmare la crema soprattutto qui sulle cosce capisci -e dicendolo sollevò un po' la vestaglia- io faccio del mio meglio ma dopo un po' mi fa male la mano... Bisogna strofinare capisci? Strofinare forte”.
“Papà ma che problema ti fai -sorrise Ornella afferrando il tubetto- non c'è nessun problema, te la spalmo io. Nulla da vergognarsi credimi”.
“Allora grazie” disse lui serio sdraiandosi completamente sul letto.
La donna iniziò a posargli la crema proprio sotto all'inguine. La sensazione di freddezza del prodotto fu subito contrastata da quella calda e sensuale delle mani della donna. Era delizioso sentirla accarezzarlo con tanto ardore a pochi metri dal cazzo e la sua gigantesca trave già si stava alzando trattenuta a stento dal sottile tessuto.
“Va bene così?” chiese lei sempre continuando a frizionare.
“Più forte deve penetrare bene. Usa due mani, fai perno sulle gambe. Abbi pazienza ti prego”.
“Non c'è problema” annuì lei quasi scusandosi e senza capire che stava scivolando nella sua rete. Esattamente come lui aveva immaginato Ornella prese e si sedette sul letto proprio davanti a lui tra una gamba e l'altra. Chinata in avanti spalmava la crema a tutta forza con entrambe le mani. Concentrata, diligente e indifesa.
Era il momento giusto, quello che l'uomo aveva atteso e tanto calcolato. Con un gesto quasi impercettibile slacciò il legaccio che gli teneva la vestaglia stretta in vita e questa scivolò delicata lungo i suoi fianchi. Sotto era completamente nudo e il suo uccello non domandava altro che essere liberato in tutta la sua potente erezione.
Il cazzo si drizzò come un serpente marino che sbuca dal mare. Una cosa imperiosa e istantanea che colse del tutto di sorpresa Ornella.
Quando si rese conto che aveva il cazzo di suo suocero con la cappella puntata esattamente sul solco dei suoi grossi seni si gelò paralizzandosi.
“Scusami -disse il nonno- tutto questo tuo toccarmi mi ha un po' stimolato. E' una erezione involontaria”.
Lei fingendo con un sorriso molto forzato che andasse tutto bene rispose “Nessun problema papà. Forse però è meglio che smettiamo ora. Tanto di crema te ne ho spalmata abbastanza che ne dici”.
“Si la crema è sufficiente” ammise lui.
Ornella si scansò da quel mastodontico uccello scattando in piedi fuori dal letto in un secondo. Lui tranquillo la fissava conscio che il suo cazzo era in bella vista.
“Ti chiedo scusa se il mio attrezzo ti ha tanto spaventata. Credevo che avendo visto quello di mio figlio non ti scandalizzassi. Scusami tanto”.
Lei impallidì “No scusami tu è stata solo una brutta reazione, solo che quel coso sbucato fuori così all'improvviso mi ha un po'... scusami papà scusami ancora”.
“Figurati. Tranquilla cara non è successo nulla. Tranquilla. Ora però mi sa che dovrò fare come i ragazzini” sorrise lui.
“Come scusa non capisco” strabuzzò gli occhi lei mentre Giovanni con totale naturalezza si mise una mano sul cazzo iniziando a masturbarsi lentamente. “Ragazza mia credi forse che questa erezione si plachi da sola...”.
“O Papà scusami non l'ho fatto apposta, come potevo immaginare”.
“Lo so cara la mia ragazza, non è colpa tua se hai un seno da urlo che ha risvegliato il mio povero uccellone decrepito”.
“Mica tanto decrepito” scherzò lei.
“Si ma è tutta apparenza, ormai sparo a salve da dieci anni” e insistette segandosi più in fretta.
Ce la metteva tutta per farlo sborrare. Sentiva di averne così tanta in canna che la pressione l'avrebbe comunque fatta schizzare fino al corpo di Ornella.
“Scusa ragazza ma.... ecco.... si eccola.... ho quasi fat.....”.
Conscio che lei lo stava fissando era eccitato come un verginello alla sua prima chiavata. E quelle tette erano li, e lui le vedeva, le immaginava, ne poteva quasi sentire il profumo.
“Forse è meglio se ti lascio solo” attaccò la donna e veloce uscì dalla stanza.
“Vai vai pureeeeeee” sussurrò lui gentile mentre il suo cazzo eruttava tanto sperma da riempirci un secchio.
Rilassato se lo accarezzò ben bene fino a che non fu svuotato del tutto quindi si stese sul letto con un sorrisetto maligno in fronte....
Tutto era andato come lui voleva, “La Topona è quasi in trappola” sussurrò fra se ridacchiando sottovoce.

Capitolo VI

 Ornella cercò di dimenticare l'episodio o quantomeno di non ingigantirlo oltre il dovuto. Certo era vecchio, si diceva, in fondo era come fosse suo padre certo, probabilmente non c'era malizia..... Eppure, all'atto pratico Giovanni si era sparato una bella sega davanti a lei e questo la turbava non poco.
Anima pia dopo la morte del marito per il bene del figlio aveva sempre rifiutato i piaceri della carne conscia che la vedovanza l'aveva resa sola. Disposta ad accettare coscientemente la situazione con qualche piccolo aiutino delle dita nelle notti più buie ora era dovuta fuggire.
No, non si era scandalizzata, non più di tanto.
Non si era vergognata.
Non si era impressionata.
In realtà aveva solo iniziato a bagnarsi.
Si infilò a letto, spense le luci. Chiuse gli occhi cercando di dormire e di dimenticare ma l'immagine del cazzo duro del nonno così simile a quello di suo marito era presente e non la abbandonava.
Lo vide come un serpente con un occhio solo che la fissava. Lei imbambolata restava immobile e il lungo serpente di carne pareva quasi assumesse le fattezze di un uomo.
La fissava, la ipnotizzava, le entrava in bocca.
“Succhia cara, succhiamelo piano piano fammi questo piacere” sussurrava Giovanni con fare tranquillo. E lei, nel sogno, lo assecondava.
Era nuda, lui anche. Si faceva scivolare quel lungo attrezzo fra le grasse mammelle e iniziava a muoverle su e giù all'impazzata.
Vedeva Giovanni soddisfatto “Si cara, dai una mano al tuo povero nonno”.
Stava facendo cose che mai aveva pensato di poter nemmeno immaginare, si sentiva sporca dentro e fuori. Si vergognava di se stessa eppure non riusciva a smettere di fare uan spagnola al nonno.
Poi lo sentì che la penetrava, Sentì il suo clitoride dilatarsi piano piano e quel piacere dell'orgasmo ormai dimenticato scorrerle lungo tutto il corpo. “O si Giovanni si..., Prendimi.... Sono tua prendimi” mugugnava.
Di scatto aprì gli occhi. Si era risvegliata di botto. Era tutto un sogno, solo un malefico sogno frutto (pensava) di un equivoco con un vecchio malato.
Poi però si toccò tra le gambe... era un lago. Un lago di orgasmi.
Non riusciva a crederci ma immaginare di farlo con il nonno l'aveva fatta venire come non accadeva da anni.
“Ma cosa stò diventando?” si chiese e senza risposte provò a riprendere sonno.

Il giorno dopo però accadde un altro fatto strano quando Giovanni le chiese di cucirgli un bottone ai pantaloni. “Non stò nemmeno lì a toglierli” disse il vecchio “Allora faccio piano” disse lei con l'ago in mano.
Lui in piedi e lei seduta di fronte a cucire delicatamente il bottone badando di non ferirlo. Nulla di peccaminoso, solo una brava nuora che faceva un lavoretto di casa pensava Ornella eppure c'era quel coso....
Si eccolo, gonfio e grosso cacciato a forza giù per la gamba dei pantaloni dove si vedeva bene era duro come un bastone.
Giovanni non le diceva nulla ma era lì e lei lo poteva quasi annusare. Ripensò al sogno. Già lo vedeva che schizzava fuori dai pantaloni e le finiva in bocca. Un misto di eccitazione e paura le passava per tutto il corpo.
Ripensava a ciò che aveva fatto il nonno la sera prima per placarsi l'erezione e già se lo vedeva tirarselo fuori in mezzo alla cucina e segarsi a tutta forza davanti a lei.
“E' colpa mia -si diceva- sono io che l'ho provocato e lui stà solo reagendo ad un istinto” si disse.
Cercava di toccarlo il meno possibile ma era difficile e in più non era mai stata una gran sarta. “AIA!” scattò il vecchio.
“O mio Dio Papà! Scusami, scusami tanto”.
“Mi hai punto un testicolo” si lamentò lui.
Ornella quasi piangeva “Papà scusami, sono un'incapace. Scusami”.
Lui in piedi davanti alla donna le fece un forzato sorriso e una carezzina sul viso “Fa nulla dai non esagerare. Mica l'hai fatto apposta. Dai vai a prendere del cotone e un po' di alcool che mi disinfetto”.
Ornella scattò a tutta velocità obbedendo all'ordine senza pensarci due volte.

Quando però tornò con l'alcool in una mano e il cotone nell'altra e vide che il nonno si era denudato dalla vita in giù e se ne stava in mezzo alla cucina con l'uccello oscenamente duro ebbe un sussulto.
“Dai passami il cotone che brucia...” la incitò lui come se nulla fosse.
Ornella sforzandosi di credere che tutto fosse normale sedette sulla sedia di fronte a lui, inumidì il batuffolo e lasciò che il vecchio le piazzasse i coglioni dritti di fronte. Provò ad appoggiarlo piano piano sulla minuscola puntura di spillo che sanguinava appena e subito il vecchio fece un mezzo “AUCH” soffocato di dolore.
“Fai piano cara” le disse.
“Si Papà. Scusa ancora”.
“Di nulla, di nulla” la rincuorò lui. Era però un fatto che con quel bastone di cazzo davanti non poteva mettere le mani dove voleva e così, fingendo fosse altro glielo afferrò saldamente con una mano e lo spostò quanto bastava pe rpoterlo medicare.
Era la prima volta che aveva in mano il cazzo di suo suocero e fu una sensazione incredibile. Quell'affare era così gonfio, così grosso e caldo e pulsava..... pulsava di voglia.
Ora il nonno non parlava più e tratteneva il fiato ma Ornella sentiva anche che l'uccello che aveva in mano si muoveva ritmicamente avanti e indietro con piccoli movimenti del bacino del vecchio.
“Papà ma che succede?” chiese scandalizzata.
“Nulla cara, è solo un riflesso condizionato. Scusa...”.
“Scusa cosa?” chiese lei.
“Questooooooo” mormorò lui a voce soffocata e un secondo dopo il viso di Ornella fu investito da sperma caldo che sprizzava dalla gonfia cappella del vecchio.
Tre lunghi fiotti uno dopo l'altro neanche fosse un idrante “Scusaaaa..... Scusaaaaa...... Scusaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa” ragliò Giovanni svuotandosi del tutto il cazzo in faccia alla donna.
Poi la fissò e tranquillo le disse “Non l'ho fatto apposta perdonami”.
“Colpa mia, non dovevo prendertelo in mano con tanta forza” provò a scusarsi lei fingendo che tutto fosse sotto controllo.
“Forse è meglio se vai a lavarti il viso” le disse calmo facendole un altra carezza sul viso tutto lordo di sperma.
“Non dire a mio figlio che è successa questa cosa. Non voglio che mi veda come la donna che non sono” disse lei quasi implorante.
“Ragazza mia ma stai tranquilla. Non è successo nulla. Tu non l'hai fatto apposta. La colpa è mia che non so controllarlo tu non centri nulla. Tu sei una brava donna e lo sappiamo tutti. E comunque, se può farti piacere saperlo, per mè è stato bellissimo....”.
Ornella lo fissò e sorrise serena “Sarà il nostro segreto”.
“Il primo di tanti” annuì il vecchio sottovoce mentre lei si allontanava per lavarsi via la sua sborra dalla faccia.

Capitolo VII

 
Per un paio di giorni Giovanni se ne stette buono per dare ad Ornella modo di accettare la situazione. Ormai però ogni volta che la vedeva aveva una spontanea erezione e così era arrivato a farsi anche 5-6 seghe al giorno per non apparire mai troppo pressante alla donna.
Di solito andava in bagno o nella legnaia ma accadeva anche che si infilasse nel suo bosco e si sfogasse allegramente fra gli alberi.
Se le prime volte era stato prudente ora lo faceva talmente tante volte che iniziava ad abbassare la guardia.
Fu così che il nipote lo scoprì.
“Nonno!” scattò il ragazzo con gli occhi sgranati.
“Ciaaaaaaaaaaaaaaaao” miagolò lui con voce sommessa e la mano a tutta forza sul cazzo che spruzzava sperma sul prato come una fontana.
Il ragazzo lo guardava senza dire nulla ma lui finito di sborrare lo invitò tranquillo ad avvicinarsi “Vieni non avere paura” gli disse con l'uccello ancora al vento.
“Nonno ma cosa fai?”.
Lui gli sorrise “Mi masturbo cosa c'è di male? Perchè tu non lo fai mai?”.
Il ragazzo arrossì.
“Ecco vedi è una cosa naturale. Tutti gli uomini lo fanno ogni tanto specialmente se non hanno una donna accanto. E' l'unica cosa che ci impedisce di impazzire”.
“Ma nonno.... Io....”.
“Tu cosa? Credevi davvero che morta la nonna me lo tagliassi o lo mandassi in letargo”.
“No ma... Insomma è che anche io la sera.... Spesso lo faccio nonno”.
“Si lo so. Anche io lo faccio prima di dormire. Serve a placare i nervi e a dormire sereno”.
Il ragazzo gli sorrise “Nonno sei il primo uomo che non fa sembrare la masturbazione una cosa sporca”.
“Fidati ragazzo non hai nulla da vergognarti anzi se vuoi fattela pure anche tu senza problemi”.
“Ma nonno che dici”.
“Credi non veda che ce l'hai mezzo duro”.
Era tutto rosso “Nonno dai non scherzare”.
“Forza ragazzo mio vinci i tuoi pudori da represso mostrami quanto sei uomo. Ecco guarda, ti aiuto, ti faccio compagnia” e detto fatto si prese il cazzo in mano ancora unto e riprese a menarselo.
Il ragazzo lo fissò titubante ma piano piano più vedeva il cazzo del nonno raddrizzarsi e più prendeva fiducia in se stesso.
Alla fine accettò. Si calò i pantaloni e le mutande ed eccolo spuntare dalla tana il suo grosso bastone già parecchio duro.
“Nonno come facevi a sapere che avevo così voglia” disse mentre se lo segava ben bene.
“Perchè sono un uomo e noi maschi abbiamo sempre voglia. Fidati è normale. Ora dai facciamoci questa bella sborratona. Pensiamo a qualcosa di eccitante che ce la stimoli”.
“A cosa nonno?” chiese Matteo senza fermarsi.
“Pensiamo ad una bella donna con due tettone enormi. Mora, formosa, faccino carino che ci sorride. Vuole che le sborriamo sulle tette”.
“O nonno che bello”.
“Si bellissimo. Dai forza dalle la sborra. Dagliela tutta sulle tettone”.
“Siiii. O siiii. Nonno sborro. Sborro sulle tettte alla biondona”.
“Hai visto che tettone gonfie. Lavala tutta” insisteva il vecchio.
“O siiiiiiii., Sborrooooooooooo! Tieni tettone. Tienila tutta” mugugnava Matteo eiaculando con forza.
Eccitato Giovanni sborrò a sua volta.

Dopo essersi ripuliti il ragazzo lo guardò strano “Non dire alla mamma che mi faccio le seghe ti prego”.
“Stai tranquillo sarà il nostro segreto e anzi quando vuoi farlo vai pure nella legnaia. Nella cassa panca ci sono alcune riviste mie che ti potranno aiutare”.
“E' su quei giornali che hai visto la matura con le tette enormi nonno? Quella che abbiamo immaginato prima?”.
“Si -mentì il vecchio- ci sono parecchie foto di grosse tettone mature. Puoi scegliere quella che ti piace di più. Ma tu ragazzo, dal vero hai mai visto una bella quarantenne con le tette enormi?”.
“Bhe una si ma......”.
“Ma cosa? Non era bella?”.
“Si nonno era bellissima e aveva queste due tette galattiche ma.... Insomma era la mamma capisci”.
“Hai visto tua madre nuda?” chiese il vecchio fingendo indifferenza.
“Si ma non apposta. E' successo che faceva la doccia e l'ho vista ma non con malizia te lo giuro nonno. Stai pur tranquillo che non mi sono segato pensando a lei. Te lo giuro”.
“Non ne ho mai avuto dubbi -annuì Vincendo con un sorriso benevolo- Sei un bravo ragazzo e la mamma è sempre la mamma” mentì il vecchio porco che già aveva capito che il ragazzo gli sarebbe stato più utile di quanto pensava.


Capitolo VIII

Ornella entrò in camera di Giovanni che erano già passate le dieci.
Matteo dormiva sonoramente e la madre certa di non essere scoperta dal figlio aveva preso il coraggio a due mani.
Entrò e trovò il nonno sdraiato sul letto sotto alle coperte. “Qualcosa non va?” chiese lui tranquillamente.
Ornella era tutta rossa in viso e non riusciva a guardarlo in faccia. “Ho preso una decisione”.
“Che decisione?” chiese il vecchio tranquillo e distaccato.
“Ecco io credo.... insomma ho capito che..... non so come dirlo”.
Giovanni le prese una mano e la accarezzò delicatamente, la tirò a sé facendola sedere a bordo del letto “Cara qualunque cosa tu abbia da dirmi non te ne devi vergognare. Siamo in famiglia lo sai”.
Ornella trovò la forza di fissarlo dritto negli occhi “Papà io mi sono resa conto di averti scombussolato la vita. Prima mi sono fatta ospitare con mio figlio caricandoti sulle spalle delle responsabilità che non meriti, poi senza volerlo, il mio corpo.... -si prese i grossi seni fra le mani- queste cose che io mai avrei voluto... Scusami. Ti prego papà perdonami”.
“Non capisco cosa dovrei perdonarti? Sei una bella donna, procace, bellissima che c'è di male”.
“Papà parliamoci chiaro. Ti ho visto... Ti sento. Tu continui a toccarti... Ti fai con la mano.... Te lo tocchi”.
“E ci vedi qualcosa di male?” scattò serio l'uomo.
“SI perchè la colpa è tutta mia. Tu sei senza una donna da tanti altri e io sono tornata a provocarti. Ti ecciti guardandomi, lo sento da come mi fissi. Il tuo sguardo mi trapassa....”.
“Vuoi che smetta di guardarti?” chiese lui.
“No papà voglio che tu la smetta di umiliarti. Sei una brava persona e noi ti vogliamo bene. Non è giusto che tu ti umilii così dovendoti nascondere. Lo so cosa si prova a masturbarsi perchè è l'unica alternativa alla solitudine e non voglio... Non voglio umiliarti”.
Lui abbozzò un sorriso e con uno scatto veloce sollevò il lembo del lenzuolo scoprendosi fino alla vita. Sotto era completamente nudo e il suo cazzo già parecchio eccitato esplode dritto all'aria. Era così lungo che la cappella gonfia e pulsante si muoveva a pochi centimetri dal petto di Ornella.
“Cosa credi possa fare allora. Credi possa dormire in queste condizioni ragazza mia? E' ovvio che appena mi lascerai solo prenderò provvedimenti” e con la mano mimò il gesto della masturbazione.
“Ecco papà è a questo che volevo arrivare. La colpa è mia. Solo mia e non voglio che lo fai ancora con la mano. Non più”.
Prendendo il coraggio con tutta la sua forza Ornella si sfilò di scatto la maglietta di lino rossa che indossava al posto del pigiama. Sotto non aveva nulla e quelle due splendide enormi tettone sesta misura schizzarono al vento con i grossi capezzoli induriti dall'eccitazione e tesi come due chiodi.
Giovanni si sentì colto da tutta la sua repressa voglia di sesso e ne afferrò una come se stesse cogliendo una mela matura.
“Ti piacciono papà?”.
“Sono bellissime, fantastiche. Le più belle che abbia mai visto. Ti faccio male se le tocco forte?”.
“Nooo -disse lei soffocando un gemito di piacere mentre le avide mani del vecchio le cingevano il seno a tutta forza come se stesse mungendo una vacca- toccale, godiele”.
“Mi stai facendo felice” annuì lui.
“Si Giovanni, si caro sii felice” disse Ornella e senza ulteriori indugi gli mise una mano su quel lungo uccello e iniziò a masturbarlo.
“O ma sei bravissima.... Si sei davvero brava”.
“Godi.... Sfogati.... Prenditi i tuoi giusti piaceri” annuiva lei mentre le mani dell'uomo la strizzavano sempre più forte sul seno eccitandola e la sua mano correva senza sosta lungo il suo uccellone infuocato.
Presa in mano la situazione il nonno la attirò di più a se e le infilò una mano tra le gambe tastando con piacere quella gattona pelosa tutta umida “Tesoro anche tu hai bisogno di farlo, lo sento”.
Lei era così presa a segarlo che non disse nulla e così, chi tace acconsente, Giovanni le infilò due dita nella gnocca dalle grandi labbra sporgenti e prese a sgrillettarla a tutta forza.
“O Giovanni mi fai venire”.
“Si cara veniamo, veniamo assieme” la spingeva lui.
Aveva una gran voglia di sdraiarla al suo fianco e infilarle dentro tutto quel bastone di carne turgido ma sapeva che lei non avrebbe osato così tanto.
Così delicatamente la fece sdraiare con quelle grosse bocce accanto al suo uccello “Che fai papà?”.
“Ti prego fammi venire tra i tuoi seni. Fammi sentire il tuo calore”.
“Giovanni sei uguale a tuo figlio lo sai... Anche lui voleva farlo” ammise Ornella.
“Per forza ragazza mia hai un seno fantastico. Ti adoro.... Ti adoro” annuì il vecchio ormai al culmine e così la donna si afferrò le grosse bocce e glielo fece infilare proprio nel suo abbondante solco.
Muovendo meccanicamente le tetttone su e giù Ornella si esibì in una perfetta spagnola.
“Ti piace?” chiese con la sua vocina soffocata.
“E' fantasticoooooooooo” balbettò il vecchio e con un lungo colpo di reni eruttò tutta la sborra che aveva in corpo.
Ornella accolse senza smettere di masturbarlo tutto il seme che le schizzò sul viso, sul collo e naturalmente sul seno quindi quando capì di averlo del tutto svuotato si chinò piano piano verso di lui.
“Che fai...?” le chiese il vecchio.
“A mio marito piaceva molto se dopo la sborrata glielo pulivo con la lingua. Scusami lo stavo facendo senza pensarci” e subito si ritrasse.
“Tesoro che hai?”.
“Mi starai scambiando per una troia. Una che lo prende in bocca con tanta facilità. Scusami”.
Lui la accarezzò sui capelli con affetto “Ornella tesoro non c'è nulla di più bello che infilare il proprio oggetto di piacere in una stupenda bocca calda. L'unica cosa è che non avrei mai osato chiedertelo”.
“Non mi giudichi una troia?” chiese lei quasi piangendo.
“Assolutamente no tesoro mio. Mi stai facendo tornare giovane e te ne sarà sempre grato”.
“Ti voglio bene” disse Ornella e con decisione spalancò la bocca e gli inghiottì il cazzo.

Era così brava a fare pompini che a Giovanni tornò di colpo duro e aggrappato a quelle tettone mentre si studiava per bene la sua gatta pelosa che aveva tra le gambe trovò la forza per eiaculare un altra volta.
Ornella non ebbe alcun sussulto ne esitazione. Lieta del piacere che stava donando al nonno si sforzò di ingoiare tutto lo sperma anche a costo di soffocare.


Con lo sperma che ancora le colava dalla bocca, il seno tutto imburrato e appiccicoso raccolse i suoi vestiti in grembo e ancheggiando il culo bianco latte quieta quieta si avvicinò alla porta “Buonanotte papà” disse prima di spegnere la luce.
“Buonanotte cara” disse lui tranquillo.
Stava già uscendo ma esitava a dirlo. Si schiarì la gola che ancora sentiva insaporita dallo sperma del vecchio. Anche la sua vulva era bagnata perchè pur avendo finto indifferenza era a sua volta venuta fra le dita abili del vecchio. Anche a lei era piaciuto più di quanto osasse ammettere.
“Ci vediamo domani sera” disse quasi sussurrando per la vergogna.
“Non vedo l'ora tesoro mio. Non vedo l'ora” mormorò il vecchio e tranquillo si sdraiò appagato crollando in un sonno profondo.


Capitolo IX 

E così da quella sera, con grande discrezione Ornella attendeva che il figlio prendesse sonno e poi andava a fare il “massaggio” al nonno.
Chiamarlo così glielo faceva sentire meno sporco. Pur conscia che di fatto stava facendo una sega alla spagnola al vecchio si giustificava davanti al suo amor proprio considerandola poco più che una gentilezza dovuta a un povero anziano solo e triste.
Lui sapeva bene che Ornella non era di quelle tipe tutte esibizioniste e facili. Doveva andarci cauto o la donna si sarebbe immancabilmente ritratta e il gioco sarebbe finito prima di iniziare. Mail le avrebbe preso la testa a forza per cacciarglielo tutto in bocca, mai l'avrebbe presa a forza piazzandoglielo nel culo con un solo colpo come faceva un tempo con sua moglie.
Ornella era come una cipolla e i vari strati dovevano essere tolti delicatamente, uno per volta.
Certo, oltre a quelle abbondanti tette su cui continuava a sborrare con gusto e soddisfazione già aveva bene in mente quella ficona pelosa che la donna nascondeva tra le cosce. Certo Giovanni moriva dalla voglia di sbatterglielo dentro, di infilarlo tutto fino ai coglioni pompando fino a sfondarla ma si tratteneva....
“Dai tempo al tempo” si diceva e così teneva ferme le mani e restava buono a godersi le grosse mammelle della donna che gli accarezzavano calde il cazzo in tiro.
“Ci sei quasi papà?” chiedeva lei timida forzando un sorriso mentre tutta sudaticcia muoveva quelle due perone a tutto ritmo.
“Tranquilla cara ho quasi finito” rispondeva lui mantenendo la calma più assoluta. In realtà aveva una voglia di urlare a tutta voce “Sborroooooooo. Si troia sborroooooo! Ti vengo sulle tettone, ti lavo tutta bella porcona....” ma lo poteva solo fare nella sua mente.
Così sforzandosi di restare tranquillo sgranava gli occhi, gemeva soffocato e le sussurrava “Ecco cara.... Ci siamo. Siiii eccola.....” e spruzzava come un indrante. Ornella chiudeva gli occhi per non ricevere lo sperma direttamente sulle pupille ma per il resto continuava buona ed obbediente a muovergli l'asta fra i suoi seni.
“Tutto fatto papà?” chiedeva lei quando sentiva che il vecchio si era svuotato per bene. Lui le avrebbe volentieri detto “Sono appena all'inizio, girati a novanta che ora iniziamo a fottere sul serio” ma sapeva di non poterlo dire. Non ad una donna come lei. Così si limitava ad abbozzare un bel sorriso rassicurante, le faceva una carezza sui capelli e le sussurrava “Grazie”.
Lei sorrideva, si alzava dal letto compiendo quasi una mezza riverenza e spariva. Era il momento più bello. Quello che Giovanni chiamava la camminata di Ornella. Tutta nuda a parte le mutandine nere di pizzo che nascondevano ben poco, con quei popponi ciondolanti, quel bel culone immenso il tutto a dondolare sotto ai suoi passi.
Meglio che guardare un film porno.
Quando la passerella terminava e la donna spariva oltre la soglia Giovanni aveva di nuovo il cazzo duro...
Triste destino per lui ma dopo la spagnola della nuora che avrebbe dovuto placarlo si ritrovava a farsene almeno altre due per sbollire davvero dai suoi istinti di scopatore incallito.
 

To Be Continued.......... 

mercoledì 24 luglio 2013

[INCESTO] - con la mamma in albergo

Finito il 4° liceo, stavo organizzando la vacanza con i miei amici, ma purtroppo loro non hanno la possibilità di seguirmi e non posso di certo pagargli io il viaggio a questo punto mi toccherà andare in vacanza come sempre con mia mamma a Riccione immaginate che divertimento...

Il primo Agosto arrivammo al solito Hotel in cui veniamo tutti gli anni, beh meglio che racconto un po' di me visto che non sapete niente... Io vivo solo con mia mamma, perchè mio padre si è divorziato due tre anni fa e si è portato mia sorella a casa sua; mia mamma è una bella donna di 36 anni, mi ha partorito a 18, ha una quarta di seno che è sempre stato il mio sogno e un bel culo desiderio di tutti.

Visto l'afoso caldo decidiamo di andare in spiaggia lei si mette in costume e si stende sul lettino, io faccio altrettanto, e vedo una ragazza di 19 anni che arriva a mette in mostra un favoloso topless, due tettine da martoriare, con due capezzoli già eccitati, si stende al sole, e io non le tolgo occhi di dosso, arriva il solito signore che vende la frutta e lei senza ritegno gli va vicino in topless e compra da mangiare, e guardandomi mangia la frutta e mi provoca, io ho un'erezione insostenibile e mia mamma se ne accorge.

"Te la stai mangiando con gli occhi"

"Eh quella mi provoca..."

"Starà solo scherzando è una delle tante puttanelle del posto..."

La puttanella si alza e va a mare senza mettersi il costume, non riesco a calmarmi, visto che ho anche la visione di mia mamma in bikini.

Fattasi ora torniamo in albergo, mangiamo visto che siamo in ritardo e saliamo su a farci le docce, mia mamma va per prima, ed esce in accappatoio, dopodichè entro io e sotto la doccia ho un'erezione incredibile, che non riesco a mettere a bada cerco di coprirmi al meglio ed esco, ma mia mamma non si schioda, e dovrei spogliarmi...

"Oh rimani in accappatoio tutto il giorno?"

"Anche tu non ti sei ancora vestita"

"Eh ora lo faccio aspetto prima te..."

Così decisi di vestirmi in bagno andai verso l'armadio che era nelle sue vicinanze e lei mi sfilo' l'asciugamano lasciandomi nudo con il cazzo svettante, cercai di coprirlo ma non c'era verso.

"Guardalo il porco arrapato..."

"Scusa mà è normale quando entro sotto la doccia"

"Tu stai ancora pensando a quella percio'..."

"Eh ma che ci vuoi fare..." dissi stendendomi sul letto...

"Scusa ma ora rimani così?" Disse ridendo...

E alzandosi si sfilo' l'accappatoio mettendo in mostra le sue nudità...

"Beh sono tua madre perchè mi guardi con quell'aria?"

"Perchè sei bella mà..."

"Oh vieni qui piccino..."

E così dicendo si sedette su di me, i suoi seni premevano contro il mio torace e il mio cazzo quasi sulla sua figa, restammo per un po' abbracciati e ci dimenticammo della finestra aperta, e all'improvviso vedemmo due ragazzi sui 30 anni che entrarono a mia mamma scoppio' un urlo...

"Stai zitta puttana altrimenti ti uccidiamo... Forza entrate ragazzi"

Incredibile ma entrarono ben 12 uomini tra i 30 e i 40 che imbavagliarono mia madre e legarono me e lei al letto, e chiusero la finestra.

"Forza puttana adesso lecchi il cazzo a tuo figlio" Disse il più grande togliendogli il bavaglio, io non ci credevo e lei comincio' a leccarmelo, dando il culo verso i ragazzi che lo presero come un invito.

"Guardala Guardala la zoccola come ci dà il culo ragazzi prendiamola!"

E si scaraventarono tutti su mia mamma in 11 la leccavano ovunque e cominciarono anche a penetrarla, un altro si avvicino' dandomi due schiaffi e comincio' a succhiarmi il cazzo.

"Guardatelo il figlio di troia si eccita quando un maschio glielo succhia è proprio un ricchione"

Ormai non capivo più niente vedevo mia mamma sommersa da corpi, cazzi, sborra, lei aveva la faccia di una che godeva.

"La puttana ha un buco del culo grandissimo, raga ci entriamo anche in due"

E addirittura un altro si aggiunse nella penetrazione anale di mia mamma, poi quel ragazzo mi volse il culo dicendolo di incularlo a tutti i costi, a malincuore lo feci, e gli sborrai dentro.

Quando tutti sembravano sazi, mia mamma si alzo' per andare a lavarsi e il ragazzo che avevo penetrato la prese per il culo e la lego' sul letto, poi mi presero tutti in braccio e mi legarono sopra di lei, e se ne scapparono via, avevo il cazzo ancora eccitato, lei era sporchissima di sborra, ma stavamo scomodissimi perchè avevo il cazzo sulla sua pancia...

"Tesoro mettilo dentro così stiamo comodi"

"Mamma ma dobbiamo chiamare la polizia"

"Ma quale polizia, dai penetrami voglio finire di godere..."

Non ci vidi più e mentre leccavo le sue tette cominciai a penetrarla...

Non immaginavo fosse così troia...

[INCESTO] Tra moglie e nipote non mettere il dito!

Salve a tutti mi chiamo Federico, la mia storia è molto particolare. Partiamo dal principio: ho 29 anni e sono sposato con Eleonora da 4 anni. Lei ha 28 anni, è alta 172 poco meno di me, ha degli occhi chiari tendenti al verde, in faccia non è bellissima, ma ha un fisico mozzafiato, due tettone da urlo (una quinta piena, naturale e molto soda), un ventre piatto, due gambe lunghe e sinuose con un culetto che fa impazzire decine di uomini che la vedono per strada ondeggiare con jeans attillati, che le fanno risaltare le sue chiappe tonde. Io non sono un adone, ma mi tengo molto in forma, non bevo, non fumo e vado a correre almeno quattro volte a settimana. Il mio vero problema è la dotazione, madre natura con me non è stata molto generosa, non sono molto dotato (11cm), per fortuna con il tempo sono riuscito a migliorarmi cercando di durare il più possibile, ma le scopate con mia moglie non superano comunque i 10 minuti (se mi faccio una sega prima sicuramente di più, ma faccio fatica a venire una seconda volta nel caso) e la seconda volta non arriva praticamente mai; per fortuna Eleonora non si è mai lamentata delle mie prestazioni, anche perché ha avuto sempre degli amanti più o meno alla mia altezza e quindi non può fare grossi paragoni o lamentarsi più di tanto. La mia compagna è abbastanza disinibita davanti agli altri, ma a letto non si concede più di tanto: il suo culetto vergine non posso nemmeno sfiorarlo con un dito, poche volte mi ha concesso un giro sui suoi tettoni (mi avrà fatto 4-5 spagnole da quando stiamo insieme) e benché sia molto abile sia con la mano che con la bocca (non riesco a durare più di 5-10 minuti ai suoi bocchini) mi rende poco spesso partecipe del suo talento, in più, non le sono mai venuto dentro perché non ci sentiamo ancora di avere figli e non vuole usare altri tipi di contraccettivi all’infuori del preservativo, non fidandosi delle mie doti di amante mi fa usare sempre il profilattico, inoltre non ama nemmeno usare dei termini ‘sporchi’ o troppo hard, una volta per averla chiamata ‘puttanella’ mi ha tenuto il broncio per giorni interi e solo grazie ad un regalo ci siamo riappacificati.

Un paio di anni fa per le vacanze estive siamo andati sul litorale romagnolo, nella casa di famiglia, accanto al nostro appartamento c’erano i miei due fratelli e le loro rispettive famiglie. Le nostre giornate non erano particolarmente intense dal punto di vista sessuale, ma la partenza di uno dei miei fratelli ci lasciò un po’ più di privacy e tempo per divertirci in intimità, così un giorno, prendendo la palla al balzo, ci organizzammo per tornare a casa alle 17 dalla spiaggia e stare un po’ ‘soli’. Ma è proprio da qui che le vacanze prenderanno una certa piega e la nostra vita cambierà inesorabilmente.

Arrivammo a casa per le 17.20, ma ci accorgemmo subito di non essere soli a casa, infatti al piano di sopra si sentiva la voce della televisione accesa provenire da camera di mio nipote Francesco (detto Franceschino), che di fatto rovinava i nostri piani. Francesco è un ragazzino figlio di mio fratello, gioca a calcio e nel corso dell’ultimo anno è cresciuto parecchio sia in altezza che muscolarmente facendo due belle spalle e un fisico piuttosto tonico e forte per l’età che ha, alto circa 180cm dimostra più dei suoi anni. Avvicinandoci alla porta a moglie scappò una risatina e facendomi cenno di fare silenzio mi fece il segno di ascoltare: beh che dire mio nipote stava guardando un porno al computer e non la tv, i rumori, i mugolii e i gemiti erano inequivocabili!
“Eheh probabilmente si sta masturbando un po’, sai è normale alla sua età con tutti quegli ormoni in giro” disse mia moglie, risposi allora che fosse il caso di urlargli che eravamo arrivati per evitargli brutte figure così mi avvicinai alla porta, ma prima di toccare il pomello della porta Eleonora mi bloccò “Dai caro posso entrare io? Voglio metterlo un po’ in imbarazzo, sai che mi diverto a fare certe cose!” io non ero troppo convinto, ma alla fine volevo vedere cosa ne sarebbe venuto fuori, la situazione iniziava a divertirmi e perché no anche ad eccitarmi.

Io mi nascosi dietro alla porta che mia moglie spalancò e poi lasciò socchiusa per permettermi di godermi la scena. “Ciao Franceschino sono tornata ora dal ma… ehi ma cosa stai guardando?” mio nipote non si aspettava che mia moglie spalancasse la porta e così goffamente si coprì le proprie vergogne e cercò di chiudere il video che stava guardando. “Ma ti pare di dover guardare certe cose? Non preferiresti fare certe cose con le ragazzine?” incalzò Eleonora con Francesco che era davvero imbarazzato, non sapeva cosa dire e fare, mia moglie si avvicinò al monitor e osservando la scena porno disse “beh caspita lui ha davvero un bel fisico, poi lei è molto bella, ma forse un po’ anzianotta, ti piacciono le donne mature eheh?”. Mio nipote riuscì finalmente a chiudere il video e a spiccicare qualche parola “Ma sai è un video che mi ha passato un amico… è la prima volta che vedo certe cose”, l’intento di mia moglie non era spaventarlo, così lo tranquillizzò dicendo che era tornata da sola a casa e che non avrebbe detto nulla ai suoi genitori. Sentendo che mia moglie non voleva fare la spia l’atteggiamento di Franceschino cambiò radicalmente dicendo che aveva iniziato a vedere certi filmati per caso, trovandoli nella cronologia del fratello più grande di 3 anni e che gli piacevano molto le ‘MILF’, spiegando che si trattavano di donne mature, ma ancora molto attraenti. Eleonora invitò a non abusarne facendo le classiche battutine (“guardi che diventi cieco!”), mentre se ne stava per andare mia moglie notò che nei boxer da mare di nostro nipote c’era ancora un certo rigonfiamento così con tono scherzoso gli disse indicandogli il pacco gonfio “Beh Franceschino forse è il caso che tu faccia qualcosa, più tardi vuoi scendere a mangiare così eheh?” lui si fece prendere dalla situazione e rispose “beh potresti darmi una mano tu visto che dici che non va bene masturbarsi da soli!”. Mia moglie non prese bene la battuta di Francesco, che però cercò di addolcire la pillola dicendole che scherzava e che era molto più bella lei delle attrici dei film che guardava. “Peccato però che tu sia un ragazzino e non sia dotato come l’attore del film” “Beh Zia, non mi sembrava particolarmente dotato l’attore del film in realtà” da lì nacque una lunga discussione, Eleonora sosteneva che nostro nipote bluffasse e che tutti gli uomini si vantassero delle proprie dimensioni anche se avevano poco di cui vantarsi, così riaprirono il filmato e iniziarono a commentarlo ad alta voce, potevo vedere distintamente Francesco toccarsi mentre scorrevano le immagini, mentre io mi stavo pian piano eccitando. “E tu davvero sostieni di essere dotato più di quell’attore? Dai va là, sei pure un ragazzino!!! “Non avrei problemi a provarti il contrario, vogliamo fare una scommessa? Se sono veramente più dotato di quell’attore mi darai una mano a masturbarmi, altrimenti potrai chiedermi qualsiasi cosa”. Mia moglie sorrise e disse che era sicura di vincere la scommessa e chiedeva, in caso di vittoria, che lui le facesse da cameriere per tutta la settimana e che gli lasciasse la cameretta per divertirsi con me.

Ma cosa pensava di fare quella troia di mia moglie? E quello stronzetto di mio nipote come si permetteva di essere tanto arrogante? Dopo una stretta di mano Franceschino si mise in piedi mentre mia moglie rimase seduta sul letto, Francesco guardò negli occhi mia moglie che guardava con interesse il pacco piuttosto gonfio “Allora Francesco? Ti blocchi proprio sul più bello? Dai vediamo se hai il coraggio di ammettere che avevo ragione”. Mia moglie aveva torto, tirandosi giù i boxer mostrò un cazzone incredibile, a dire il vero era mezzo moscio ma in effetti superava già l’attore porno, era incredibile che un ragazzino così giovane fosse già così sviluppato e dotato “Zia ho paura che tu abbia torto…”. Eleonora rimase sbigottita, non aveva mai visto un cazzo così grande e grosso “Beh zia sei rimasta senza parole? dici che ho vinto la scommessa? Non è nemmeno del tutto duro, ma direi che tocca te a provvedere a farmelo diventare totalmente duro” Eleonora era rimasta letteralmente a bocca aperta, riuscì a rispondere solo balbettando “S-Si F-Francesco… in effetti hai vinto tu, complimenti sei davvero dotato” rispose fissando intensamente il membro di nostro nipote e prendendolo in mano ancora incredula, non riusciva nemmeno a stringerlo del tutto nel pugno e con un’aria incredibilmente da troia iniziò una sega abbastanza energica mordendosi le labbra per l’eccitazione. “Caro fammi solo un paio di piaceri: avvertimi quando stai per venire, non amo avere lo sperma addosso e tieni le tue mani a posto ok?”. Io stavo impazzendo sarei entrato a prendere a calci nel culo mio nipote e a insultare quella vacca di mia moglie che mi stava in sostanza tradendo, ma ero troppo eccitato e senza nemmeno accorgermene pure io iniziai a segarmi! Stavo facendo il guardone e non ne potevo fare a meno da quanto ero eccitato!

Mia moglie a bassa voce ansimava dicendo “Caspita se è grosso” “E’ davvero duro come il marmo” “Madre natura è stata davvero molto generosa con te”. Poi si fermò di scatto (intanto il cazzo era cresciuto ancora) e si infilò un pezzo della proboscide in bocca, si sentì un rumore forte di risucchio e quando tirò fuori il cazzo dalla sua boccuccia questo era scappellato (l’aveva scappellato con la bocca!!! Non aveva mai fatto nulla di simile a me!) dopo poco il suo bigolone arrivò al massimo della sua grandezza: era un bisonte. Eleonora si sputò sulle mani e continuò a segare ancora più energicamente il cazzo di Francesco, addirittura a due mani, ma con una bella parte di manico fuori da quanto era lungo!!!
Dopo 5 minuti di questo trattamento Francesco si rivolse alla zia “Sai Zia tra poco torneranno i miei e pure lo zio, non è meglio accelerare un po’ i tempi? Non potresti aiutarmi con la bocca?” era chiaramente una scusa, ma mia moglie stette al gioco specificando nuovamente di avvertirla appena sentisse di dover venire. Così Eleonora baciò la cappellona rosacea e impugnando il cazzone con una mano iniziò a succhiare il pisellone andando su e giù per quanto poco riuscisse a ingoiarlo, qui si notò l’inesperienza di nostro nipote che dopo circa un minuto iniziò a mugolare “ah ah… Zia sto… ah…” Mia moglie che intanto, quasi di nascosto, aveva iniziato a toccarsi si fece da parte osservando il pisellone eruttare 6-7 fiotti di sperma molto denso che arrivarono a quasi un paio di metri di distanza. Anche io venni e per fortuna avevo un fazzolettino per non sporcarmi. “Cazzo dovevo prendere un kleenex ora devo pulire prima che tornino mamma e papà!” “Non preoccuparti Franceschino, tu vai in bagno a pulirti che qui ci penso io a pulire”. In quel momento feci rumore volutamente urlando che ero tornato a casa così Francesco si ricompose e corse verso il bagno.

Guardai mia moglie intensamente appena entrai in camera, non sapevo cosa dirle, ma mi anticipò lei “Tesoro non sai quanto mi sia divertita, sono eccitata da morire, pulisco un attimo e poi ci andiamo di là a spassarcela”. Uscendo dalla stanza mi fermai un attimo e mi misi a sbirciare nella serratura: mia moglie si stava toccando e osserva quanto fosse abbondante lo sperma del nipote mentre lo raccoglieva con un po’ di carta igienica. Non sapevo più cosa pensare aspettai in camera nostra Eleonora che con una faccia sconvolta mi disse “Tesoro sai che era già la seconda sega di Francesco? Ho trovato un foglio di scottex triplo imbevuto di sperma fresco nel bidone del rusco!” Quel ragazzo era riuscito a venire per due volte di fila e in quella quantità, era spaventoso, potevo solo sperare che almeno lo scottex trovato nel bidone non fosse stato assaggiato da mia moglie... Scopammo intensamente (io ero venuto segandomi mentre assistevo alla scena e riuscì a resistere quasi 20 minuti), subito dopo andammo a cenare sazi di sesso e molto appagati, ma la vacanza e la nostra vita era cambiata inevitabilmente.

martedì 23 luglio 2013

[ETERO] - Sesso Sfrenato nella cabina della spiaggia

Ciao a tutti! come ho già scritto faccio la modella, non ho mai avuto problemi nel conquistare chi mi piaceva.
Voglio raccontarvi quello che mi è accaduto qualche estate fa, prima di iniziare la mia carriera di modella.
avevo 18 anni e i miei zii mi invitarono a passare le vacanze estive da loro.
I miei cugini erano 6 anni più grandi di me e le loro amiche avevano più o meno la mia età, mi trovavo molto bene con loro! la mia estate stava andando alla grande!
L'unico problema è che ero circondata da ragazzi bellissimi in spiaggia ma non avevo combinato nulla, in particolare uno di loro mi aveva colpito: Mariano
era alto, muscoloso.. insomma molto eccitante!
in spiaggia era un continuo scambio di sguardi tra me e lui, nel suo gruppo di amici erano tutti dei gran fighi ma lui per me era il più bello!
Una sera, mentre ero nel viale principale della città a bere qualcosa lo trovai con i suoi amici, non potevamo toglierci gli occhi di dosso. Quando andai al bar ad ordinare un mojito venne anche lui e si presentò, inutile dire che io sapevo già tutto di lui.. mi ero informata per bene! chiacchierammo un po' e non mancò di farmi complimenti per il mio fisico. Ci lasciammo quando uno dei suoi amici lo chiamò con la certezza che ci saremmo comunque visti in spiaggia il giorno dopo!
Tornata a casa non riuscivo a contenere l'eccitazione, mi sono masturbata sotto la doccia e poi ancora nel letto, la sola idea di aver parlato con lui mi faceva bagnare tantissimo!
La mattina dopo andai in spiaggia e lo trovai li con i suoi amici, mi mangiava letteralmente con gli occhi ma non accadde nulla, io avevo voglia di scoparlo, volevo vedere il suo uccello.. non desideravo altro!
all'ora di pranzo io e le mie amiche andammo a casa a mangiare ma io decisi di scendere prima di loro, erano solite venire in spiaggia verso le 16, io andai alle 14 con l'intenzione di essere iperprovocante per Mariano! doveva essere mio!!
A quell'ora in spiaggia faceva veramente caldo, era quasi deserta! tutte le famiglie erano a casa. c'eravamo io, qualche altra persona, Mariano ed uno dei suoi amici che dormiva beatamente sulla sdraio all'ombra.

Visto il caldo mi venne un'idea fantastica, andai al bar e comprai un Calippo, mi sedetti sulla mia sdraio ed iniziai a succhiare il calippo proprio come avrei fatto con il cazzo di Mariano. Mentre lo facevo lo guardavo dritto negli occhi, ogni tanto si toccava il pacco quindi stava facendo effetto!
Finito il calippo andai verso le cabine della spiaggia, sapevo che mi avrebbe seguita.
Una di queste cabine era davvero spaziosissima, mi tolsi il pezzo sopra del costume e lo legai alla maniglia della cabina.
Rimasi a seno nudo e piena di eccitazione ad aspettarlo, dopo poco si aprì la porta ed era lui.
io ero in piedi, avevo le mani sulle tette.. ho sempre avuto un fisico magro ma un seno molto prosperoso e sodo!
lui recuperò il mio costume e chiuse la porta a chiave si avvicinò a me e mi mise le mani sui fianchi e mi baciò! in quel momento ho sentito un brivido lungo la schiena, tolsi le mani dai seni e mi appoggiai al suo petto. Quando il lungo bacio finì mi disse: "Sei eccitantissima, sono giorni che mi sego pensando a questo momento".


Il suo costume attillato non nascondeva nulla ormai, era eccitatissimo.. così mi sono seduta sulla piccola panchina che c'era nella cabina, avevo le gambe spalancate, gli abbassai lentamente il costume e finalmente vidi il suo uccello in tiro, era perfetto, depilato, grosso, drittissimo e duro! me lo infilai in bocca tutto d'un fiato, aveva il profumo della crema solare. Iniziai a ciucciarlo con foga, andavo avanti e indietro succhiando al massimo.. passavo la lingua sulla cappella e lo sentivo gemere.
Ad un certo punto fece una cosa che mi fa impazzire, mi prese i capelli, formò una coda, li strinse e affondò la mia faccia sul suo cazzo. Mi piace essere dominata (nei limiti) e quella scena ci eccitò ancora di più! continuava a ripetermi "dai succhiami pompinara dai.." dopo poco mi intimò di alzarmi e con un solo movimento mi slacciò i lacci del bikini lasciandomi completamente nuda, senza troppi complimenti mi infilò due dita nella figa e disse "sei bagnatissima puttanella, ora ti faccio divertire, ti piace la pecora?" io risposi di si, è la posizione che amo di più, mi fece sedere con le gambe spalancate ed iniziò a leccarmi la figa con grosse leccate, andava avanti e indietro, come fossi un gelato.
continuavo a gemere, non mi piace essere silenziosa nel sesso, e comunque in pochi ci avrebbero sentito, la cabina era lontano dagli asciugamani e la gente in spiaggia era davvero pochissima!
Quando finì di leccarmi la figa mi fece mettere a 90 e me lo infilò tutto dentro in una botta sola, ho cacciato un urlo di godimento, ed iniziò a pomparmi.. era velocissimo e potente.. mi prese per i capelli come se mi cavalcasse, anche lui come me urlava.. me lo faceva sentire che stava godendo come un matto!
si chinò su di me, avvicinò le sue labbra al mio orecchio e mi disse: "l'hai mai preso un cazzone come il mio nel culo?" per me era la prima volta ma non mi volevo tirare indietro, nonostante le dimensioni, volevo provare a sentire un cazzo nel culo! non c'era bisogno di lubrificante, quando sono eccitata mi bagno tantissimo.. così passò i miei umori sull'ano e pian piano infilò il suo cazzone dentro di me.. il dolore era tanto ma fece spazio al piacere, quando ormai era tutto dentro iniziò ad incularmi dolcemente e poi sempre con più foga, sentivo le sue grandi palle sbattere contro la mia figa, con una mano mi teneva i capelli e con l'altra mi strizzava una tetta. andammo avanti così per diversi minuti poi passò di nuovo alla mia figa.. in quel momento ho provato un orgasmo fantastico, ho urlato così tanto che probabilmente qualcuno ci avrò sentito.. ma in quel momento non mi interessava!
Ora volevo far venire lui! mi sono inginocchiata ed ho iniziato a succhiare con quanta ne avevo.. gli leccavo le palle e tornavo a succhiargli il bastone! mentre ero intenta a succhiare mi tirò indietro la testa prendendomi i capelli e costringendolo a guardarlo negli occhi, mi disse: "la ingoi tutta vero?"
ero così vogliosa che avrei fatto qualsiasi cosa.. così mi prese la testa e mi scopò letteralmente la bocca finchè non sentii il suo liquido caldo invadermi, ingoiai fino all'ultima goccia e gli ripulii tutta la cappella con la mia lingua.

lunedì 22 luglio 2013

[ETERO] - Lucia svezza un ragazzino

Mi chiamo Lucia, ho 23 anni e mi reputo una bella ragazza, con lunghe gambe, un seno sodo e un culetto a mandolino.S ono un po’ esibizionista e mi piace indossare abiti aderenti, minigonne vertiginose, camicette sbottonate per mettere in evidenza le mie tette.
Non sono una fanatica del sesso ma quando si presenta l’occasione e c’è il feeling giusto con l’uomo non mi tiro certo indietro; ho fatto l’amore in svariati posti, dalla macchina alla spiaggia e naturalmente in casa.
Questa primavera, mentre assistevo ad una partita di calcio in cui era impegnato il fratello di 17anni di una mia amica, ho notato che Edoardo, il fratellino, tutte le volte che passava davanti a me, più che interessarsi alla palla sbirciava le mie gambe. Essendo io seduta su un gradino piuttosto alto e indossando una minigonna molto corta lasciavo intravvedere buona parte delle cosce. Indossavo inoltre un top senza spalline e non portando i reggiseno i miei capezzoli erano ben visibili Spinta da uno strano impulso, ogni volta che il ragazzo passava davanti a me, allargavo le gambe, mettendo in mostra il mio piccolissimo perizoma nero e mi passavo lascivamete la lingua sulle labbra.
Alla fine della partita mi sono avvicinata all’uscita degli spogliatoi e, dal momento che la sorella voleva andare in giro con altri compagni, ho chiesto ad Edoardo se voleva un passaggio.
E’ rimasto un attimo interdetto poi ha annuito senza parlare. Sono salita in macchina facendo ben attenzione a far salire al massimo la mini, il mio perizoma era perfettamente in vista.
Senza chiedere dove dovessi portarlo sono partita ed ho iniziato a parlargli
-Ho visto che durante la partita guardavi sempre le mie gambe, ti piacciono?
Eduardo avvampò, deglutì e poi –si molto, sono bellissime.
-Bene allora se vuoi puoi toccarle.
La sua mano sinistra si appoggiò subito sul mio ginocchio quasi tremando
-Non essere timido, giochiamo a acqua e fuoco, adesso è acqua ma se risali sarà fuoco, bravo fuochino, fuochino..
La sua mano era arrivata all’attaccatura delle cosce, la mia figa era già zuppa, Edoardo, non più timoroso appoggiò la mano sul perizoma.
-Bravo, adesso che sei vicino al fuoco facciamo un altro giochino.
Mi ero portata con la macchina in una stradina sterrata, al di fuori del centro abitato.
Parcheggiai, tolsi la mano di Eduardo dalle mie gambe.
–Adesso scendiamo, ma viso che hai la patta dei pantaloni bella gonfia, mentre scendi apri la cerniera e tira fuori l’uccello.
Io scesi dalla mia parte, mi appoggia al bagagliaio, arrotolai la mini sui fianchi, abbassai il top scoprendo le tette mentre il ragazzo si teneva in mano un cazzo durissimo. Ero praticamente nuda davanti ad un ragazzino con l’uccello con una erezione incredibile.

-Se vuoi puoi toccarmi e leccarmi le tette, ma mentre lo fai ti devi fare una sega.
In un attimo la sua bocca fu sui miei capezzoli una mano sull’altra tetta e iniziò una furiosa masturbazione che lo portò in pochissimo tempo a venire.
-Bravo, adesso che ti sei scaricato voglio che mi lecchi la figa, poi ti farò tornare duro.
Con inesperienza Edo avvicinò la lingua al mio inguine, io lo afferrai per i capelli e lo spinsi fra le cosce. La sua lingua iniziò con furia a leccarmi e succhiarmi mentre il suo cazzo riprese immediatamente vigore.
Anch’io non ci misi molto a raggiungere l’orgasmo, quindi mi inginocchiai davanti a lui, cominciai a toccargli e leccargli le palle, segandolo piano piano con l’altra mano. Quando capii che era di nuovo arra patissimo cominciai a leccargli la cappella, mi infilai il cazzo in bocca e gli feci un favoloso pompino.
Quando sentii il cazzo irrigidirsi me lo tolsi di bocca e lo feci venire. Sborrò una quantità incredibile di sperma per terra e quasi cadde per lo stravolgimento.
-Bene, se non farai parola con nessuno di quanto è successo potrai ancora leccarmi e farti succhiare, e quando compirai il 18° compleanno mi farò scopare da te e magari ti regalerò il mio culetto ancora vergine.
Da allora una volta alla settimana vado a prenderlo all’allenameto, spero che arrivi presto il suo compleanno.

[INCESTO] - Mio fratello e mia mamma

Ciao a tutti, mi chiamo matteo e oggi vi racconterò un fatto accanduto quando avevo 16 ,ora ne ho 18.

Era un Mercoledi di Maggio, io avevo appena finito l'allenamento di tennis e stavo tornando a casa con il mio scooter. Abitiamo a circa 3 km dai campi da tennis, in campagna con pochi vicini e anche quelli che ci sono stanno ad almeno 500 mt da noi. A meta del viaggio mi squilla il telefonino, era mio fratello che mi dice di nn tornare subito a casa perche c'erano degli amici suoi, io gli dico che va bene e attacco. Io,però, dovevo posare la borsa e cambiarmi per uscire. Allora decisi di rientrare a casa e senza fare casino prendere le cose che mi servivano e andarmene. Appena arrivato al cancello di casa mia notai subito che nn c'era nessuna auto dei suoi amici, solo la sua e qualla di mamma. Io entro lasciando il motorino fuori e prima di entrare provai a vedere cosa succedeva dentro casa dalle finestre aperte. Alla finestra del salotto la scena che mi si presento davanti era sconvolgente e allo stesso tempo eccitante: mamma stava facendo un bocchino a mio fratello sul divano nudi.
Mia madre Rosaria è una bella donna di 45 anni, capelli medio lunghi con mesh bionde e ricci, un fisico da far invidia a una 25enne, alta 1.74/75 e 68 kg, una bella terza di seno bello sodo e un culo perfetto. Ho sempre desiderato quel corpo e le ho dedicato molte seghe anche insieme a mio cugino e un mio amico. Mio fratello Davide invece 20 anni 1.85 80 kg bel fisico da giocatore di basket e un cazzo di almeno 22 cm.

Erano sul divano con mamma tra le gambe di Davide a lavorare il suo cazzo, vedevo la cappella sparire nella sua bocca. Poi mamma si alza e si siede su di lui inserendo l'asta dentro la figa e inizio a fare su e giu.
Dopo poco Davide la mise a 90 e inizio a pompargli la figa con una forza che nn avevo mai visto in un video porno, si sente mamma che urla - AH SIIII!!!! SPINGI FORTEEEE!! DAIIII SFONDA LA FIGA DI MAMMA SIIIIII!!!!!-
Io nel frattempo ero fuori la finestra a farmi una sega davanti a quella scena.
- BASTA!!ADESSO ROMPIMI IL CULO CON LA STESSA FOGA!!- disse mamma con una faccia da troia vogliosa di cazzo.
Davide sputò nel buco di mamma per lubrificare un po e piano piano inseri la cappella poi in un attimo vidi affondare il cazzo nel culo di mia madre.
Inizia con una velocita sostenuta fino ad arrvivare a botte di cazzo velocissime e dopo poco disse - OH CAZZO STO PER VENIRE- e si stacco subito e mamma si giro per fargli un pompino fino a quando davide non venne sulla faccia e sulle tette inondandola di sborra, mamma raccolse la sborra in faccia e la spalmò sulle tette e poi si puli la sborra in mano con la bocca. Davide la baciò in bocca e poi inizio a leccargli le tettente ingoiando la sua stessa sborra. Io nel frattempo avevo sborrato sul muro e dopo che i due si sono puliti entro in casa prendo la mia roba passo davanti il divano vedo uno schizzo di sborra di davide sul cuscino lo raccolgo con il dito e me lo porto alla bocca e poi vado via.